#unamicatrailibri Rubriche

Libri che parlano di disabilità: 5(+1) titoli da leggere

Scritto da Silvia

Libri sulla disabilità da leggere assolutamente. I miei consigli di lettura tra storie vere e romanzi che trattano il tema della disabilità.

La disabilità a volte sembra essere un tabù, sia per chi la vive sia per chi ne parla. Probabilmente manca a tutti i livelli una corretta educazione al diverso da sè, manca la capacità di ascolto e di comprensione dell’altro, manca la semplice riflessione che in tutti noi batte lo stesso cuore. Non è retorica, ma una cosa in cui credo fermamente. Lo vedo negli occhi di un amico che ha un figlio autistico, l’ho visto in passato in quelli di un bambino a cui ho avuto il privilegio di fare da insegnante per qualche mese, lo sento dalle esperienze di chi combatte quotidianamente per un proprio caro.

Ovviamente non ho la pretesa di ergermi a paladina di nulla, ma voglio credere che anche attraverso le pagine di un blog si possa passare un messaggio. Ed è con questa idea che ho deciso di scrivere questo articolo. Ho raccolto alcuni libri sulla disabilità letti negli ultimi anni, titoli che mi hanno commossa e che mi hanno fatto riflettere tantissimo e che spero mi abbiano migliorata come persona. Ho scelto romanzi autobiografici e non, in cui la disabilità può essere fisica o intellettiva, tutte storie che ho amato profondamente.

Libri sulla disabilità da leggere assolutamente

1. Una storia vera che affronta il tema della sindrome di Down: “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Giacomo Mazzariol

Giacomo ha solo cinque anni quando i genitori comunicano a lui e alle due sorelle l’arrivo di un fratellino “speciale”. L’entusiasmo è incontenibile e Giacomo inizia ad immaginare tutto ciò che potranno fare insieme, i giochi che potranno condividere e le imprese che potranno affrontare, equiparando il termine “speciale” al concetto di “supereroe”.

Dopo la nascita di Giovanni, Giacomo inizia però a rendersi sempre più conto che quelle che inizialmente sembravano stranezze o buffi atteggiamenti sono in realtà qualcosa con cui fare i conti. Inizia a vergognarsi del fratello, tanto da non parlare con i propri amici e compagni di scuola della sua esistenza e da non difenderlo nemmeno da chi lo deride o lo umilia. Dopo un episodio di bullismo a cui assiste passivamente, scatta qualcosa dentro di lui che gli fa cambiare atteggiamento, portandolo non solo a supportare il fratello ma anche a capirlo di più, a trovare un modo di comunicare con lui e di amarlo.

Ho apprezzato tantissimo questo libro, il modo in cui l’autore ha voluto raccontare la propria storia e quella della propria famiglia, aprendo coraggiosamente il proprio cuore. Non si è nascosto dietro inutili perbenismi, ma ha mostrato la difficoltà che ha avuto da bambino nell’accettare la sindrome di Down di Giovanni, la paura e la vergogna che ha provato prima di capire che non era la disabilità a descrivere suo fratello.

Mamma diceva che amare un fratello non vuol dire scegliere qualcuno da amare; ma ritrovarsi accanto qualcuno che non hai scelto, e amarlo. Ecco, scegliere di amare, non scegliere la persona da amare […] Giovanni era una danza. Giovanni è una danza. Il problema è sentire la sua stessa musica.

Lo stile di scrittura è semplice, chiaro e veloce, rispecchiando in pieno il fatto che Giacomo ha scritto il libro a soli diciannove anni. La lettura che ne deriva è piacevolissima, ironica a tratti, e oltre a farmi riflettere mi ha fatto sorridere più di una volta. Se avete figli, il consiglio che mi sento di darvi è di leggere questo libro tutti insieme, sarà un grande regalo sia per voi che per loro.

2. Un romanzo autobiografico che insegna a superare i propri limiti: “Il vento contro” di Daniele Cassioli

Il secondo titolo sulla disabilità che vi consiglio è il libro autobiografico di Daniele Cassioli. Cieco dalla nascita, è considerato lo sciatore nautico paralimpico più grande di sempre, con ben venticinque titoli mondiali vinti. Una vera forza della natura.

Ho avuto la fortuna di conoscere Daniele ad un evento un paio di anni fa e ne sono rimasta totalmente affascinata. Il giorno dopo ho letto il suo libro. Una storia che parla di fatica, di impegno, di sacrifici, di successi e di cadute, ma anche di sentimenti, di famiglia, di amicizia e d’amore. Una disabilità fisica che per molti di noi, me compresa, sarebbe probabilmente del tutto penalizzante, ma che per Daniele è diventata un modo per “andare oltre”, per guardare a ciò che lo circonda da un altro punto di vista. E lo sport è diventato il suo migliore alleato.

Un libro che insegna che gli unici limiti sono quelli nella nostra mente. Daniele non nasconde i propri momenti bui e di sconforto, perché ogni esperienza, anche la più negativa, si trasforma in voglia di rivincita, in un motivo in più per lottare e per vincere. Una lettura bellissima, emozionante e motivazionale. Mi ha commosso il rapporto di Daniele con i genitori, che non l’hanno mai trattato come un disabile, reprimendo l’inevitabile istinto di protezione. Mi ha ispirato il suo percorso sportivo, che mai come in questo caso è perfetta metafora della vita.

Se tu vuoi la perfezione devi lottare per averla. Ogni giorno devi lottare per averla. Non c’è pace. Ogni giorno devi andare oltre, devi prima capire quali sono i tuoi limiti e poi sforzarti di superarli.

3. Un romanzo di formazione che parla di disabilità fisica e intellettiva: “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano

Alice e Mattia sono i due numeri primi del titolo, unici e vicini ma destinati a non incontrarsi mai. Alice si rompe una gamba e diventa disabile dopo un incidente sugli sci, Mattia porta il peso di aver lasciato da sola per alcune ore la sorella gemella Michela, affetta da un ritardo mentale e di cui da quel momento si perderanno per sempre le tracce. Due anime fragili, in costante conflitto con il proprio passato e soprattutto con se stessi. Nel corso degli anni, da adolescenti prima e da adulti poi, Alice e Mattia si ritroveranno più volte a condividere brevi percorsi, ma lo faranno come rette parallele, che scorrono una accanto all’altra senza potersi toccare.

La caratterizzazione psicologica dei protagonisti è il grande pregio di questo romanzo, vincitore del Premio Strega e del Premio Campiello Opera Prima nel 2008. Le opinioni sono discordanti, ma a me è il libro di Giordano è piaciuto molto. La vergogna che Mattia prova per la condizione della sorella e la sua conseguente scelta di abbandonarla in un parco per non portarla ad una festa, pur non essendo il tema centrale del romanzo, è ciò che forse più mi ha destabilizzata e fatto riflettere. Ma gli spunti sono moltissimi: la costante ricerca del proprio posto nel mondo, il bullismo, la depressione, l’incomunicabilità. La disabilità emotiva di Alice e Mattia permea ogni pagina e, in modo inaspettato, non si conclude.

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci.

4. Una tenera storia sulla sindrome di Asperger: “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Mark Haddon

Una tenera detective-story usata come pretesto per raccontare la vita del quindicenne Christopher che soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo.

Una sera il ragazzo trova il cane della vicina di casa infilzato da un forcone e decide di indagare e scrivere un libro per trovare il colpevole. Attraverso le sue indagini e la sua quotidianità l’autore tratteggia in maniera spesso estremamente toccante i problemi comportamentali di Christopher, le sue difficoltà e il suo mondo interiore. Odia il giallo e il marrone, non sopporta essere toccato, ama la matematica e l’astronomia, ha paura di ciò che non conosce e cerca di ricondurre ogni cosa ad un modello noto.

Questo libro mi è piaciuto moltissimo, mi ha fatto scoprire un mondo di cui sapevo davvero poco e mi ha commosso più volte. Attraverso le parole di Christopher ci si rende anche conto di come per i suoi genitori sia difficile e faticoso relazionarsi davvero con lui, pur agendo sempre con estremo amore. L’esasperazione della madre e le urla e le lacrime del padre mostrano una realtà dura con cui molte famiglie fanno quotidianamente i conti, spesso senza ricevere alcun tipo di aiuto.

Ci metto un sacco di tempo per abituarmi alle persone che non conosco. Per esempio, quando c’è una persona nuova che viene a lavorare a scuola non le parlo per settimane e settimane. Rimango a osservarla finché non sono certo di potermi fidare. Poi le faccio delle domande su di lei, sulla sua vita, del tipo se ha degli animali e qual è il suo colore preferito e cosa sa dell’Apollo e le chiedo di disegnarmi una piantina della sua casa e voglio sapere che macchina ha, così imparo a conoscerla. Da quel momento in poi non mi preoccupo più se mi capita di trovarmi nella stessa stanza con questa persona e non sono più obbligato a stare all’erta.

5. La storia di un dislessico felice: “Il pesce che scese dall’albero” di Francesco Riva

Avevo questo titolo in lista da un po’ e, quando l’ho visto su Audible e ho realizzato che la voce narrante era quella dell’ autore, l’ho subito ascoltato. Una storia a lieto fine, quella di Francesco, che però mette in luce chiaramente tutte le difficoltà e le umiliiazioni subite durante il percorso scolastico, il grande lavoro su se stesso che ha dovuto fare negli anni e infine i successi ottenuti. Le risate dei compagni di scuola, il rapporto con gli insegnanti, la predisposizione per le lingue straniere e le conseguenti esperienze all’estero, la scoperta della recitazione e l’iscrizione all’accademia per attori di Roma.

Un libro sulla dislessia che ho trovato di enorme ispirazione e che mi ha fatto riflettere molto sulla famosa frase di Albert Einstein, dislessico a sua volta, citata da Riva per ben due volte.

Se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la vita a credersi stupido.

A dire il vero non so se sia corretto aver inserito questo titolo in una lista di libri sulla disabilità perché, come viene spiegato chiaramente pagina dopo pagina, la dislessia non è una disabilità nè una malattia, ma una neurodiversità. È emblematica in tal senso la spiegazione che l’autore fa sul calcolo mentale, essendo lui anche discalculico oltre che dislessico. Se nel caso di 14×3 a molti di noi viene spontaneo rispondere 56, per Francesco il processo è più articolato. Deve prima scomporre 14 in 7×2 e quindi l’operazione diventa 7×3+7×3. Ma la tabellina del 7 è troppo complicata per il suo cervello e quindi deve scomporre ulteriormente 7 in 5+2. A questo punto è evidente che il calcolo richiede di memorizzare molti passaggi ed è facile incappare in un errore.

5(+1). Un libro illustrato per i più piccoli: “Guarda Guarda” di Emanuela Nava e Chiara Bongiovanni

L’ultimo titolo sulla disabilità che vi consiglio è un bellissimo libro illustrato che mette in comunicazione il mondo degli udenti con quello dei sordi. Una storia raccontata con sole immagini, in cui i teneri protagonisti sono un cucciolo di giraffa e un cucciolo di ghepardo.

Un libro perfetto per i più piccoli, che alla fine propone attività e spunti di riflessione, mostrando anche alcuni concetti usando la Lingua dei Segni Italiana. Ho scoperto questo volume quasi per caso, mentre curiosavo in biblioteca, e l’ho trovato davvero carino!

A chiusura di questo articolo, che spero vi abbia dato qualche spunto di lettura, ci tengo a precisare una cosa. Disabilità fisica e intellettiva non sono problematiche con cui mi devo confrontare nella quotidianità e quindi la conoscenza e la consapevolezza che ho sono limitate ad incontri con persone che mi hanno portato a riflettere, a libri che ho letto, ad approfondimenti personali che ho cercato di fare, senza alcune pretesa di essere infallibile. Perché dico questo? Perché ritengo doveroso scusarmi in anticipo nel caso in cui qualche termine, qualche aggettivo o qualche frase possa risultare imprecisa o possa urtare la sensibilità di qualcuno di voi. Se così fosse, vi chiedo di scrivermi, non solo per correggere l’articolo, ma per aiutarmi ad esprimermi correttamente su questi temi.

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Utilizziamo i cookie per offrirti funzionalità interessanti e per misurare le prestazioni del nostro sito, al fine di migliorare la tua esperienza. Navigando sul sito accetti l'utilizzo di tutti i cookie. Maggiori informazioni sono riportate nella nostra Informativa sulla Privacy.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

Per utilizzare questo sito web usiamo i seguenti cookie tecnici necessari: %s.
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi