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Libri sull’Olocausto da leggere almeno una volta nella vita: 10(+1) titoli per capire la Shoah

Scritto da Silvia

Libri sull’Olocausto da leggere assolutamente. 10(+1) libri da leggere per capire l’Olocausto: diari, biografie e romanzi.

Il 27 Gennaio è il Giorno della Memoria, una data che è stata scelta come simbolo del ricordo dell’Olocausto perché nello stesso giorno del 1945 l’Armata Rossa liberò il campo di Auschwitz. In questo giorno, per ciascuno di noi, è d’obbligo ricordare gli orrori nazisti e le vittime della Shoah e continuare a ripeterci che una tale follia non dovrà mai più ripresentarsi.

Qualche anno fa, durante un viaggio tra Austria e Germania, abbiamo avuto modo di visitare il campo di concentramento di Dachau, il primo campo di concentramento nazista, e mi sono portata addosso per giorni la sensazione di vuoto e di disperazione che le baracche e i forni crematori mi hanno lasciato. Un senso di sgomento, di incredulità davanti alla ferocia dell’uomo, davanti alla perdita assoluta di umanità di cui la storia è stata triste testimone.

Primo Levi disse che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria” ed è proprio per questo motivo che sono fermamente convinta che leggere e documentarci sullo sterminio nazista sia quasi un dovere. Negli anni ho comprato e letto diversi libri che raccontano le drammatiche pagine dell’Olocausto, alcuni in forma di diario, altri come biografie e altri ancora come romanzi storici. Quella che vi propongo in questo articolo è una selezione dei titoli per me più significativi, di quelli che più di tutti spiegano l’Olocausto arrivando a toccare le corde più profonde dell’animo del lettore. Alcuni sono libri famosissimi, che avrete sicuramente già letto, altri sono un po’ di nicchia, piccoli capolavori scovati quasi per caso.

Libri sull’Olocausto da leggere assolutamente

1. Un capolavoro della memoria: “Se questo è un uomo” di Primo Levi

Il primo libro che vi consiglio di leggere per capire l’Olocausto è senza ombra di dubbio il capolavoro di Primo Levi. Un’opera memorialista nata, per conferma stessa dell’autore, dalla necessità di raccontare e far capire ciò che succedeva nei campi di sterminio, dal bisogno di condividere con le generazioni future l’orrore dei campi di concentramento, nella speranza che il ricordo aiuti ad evitare il ripetersi di simili atrocità. Primo Levi narra in prima persona la sua esperienza, dalla cattura alla deportazione nel campo di Fossoli prima e di Auschwitz dopo.

Un libro duro, drammatico, che pone al centro la perdita di umanità dei prigionieri dei campi.

Ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere quest'offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati in fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla è più nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero.

Il consiglio in più – Un altro libro di Primo Levi che affronta in maniera magistrale il tema dell’Olocausto è il saggio “I sommersi e i salvati”, in cui l’autore prova ad analizzare la volontà nazista di sterminare gli ebrei, il ruolo delle vittime e in cui ribadisce l’importanza della memoria,“strumento meraviglioso ma fallace”, che non deve essere distorta.

2. Il diario per eccellenza: “Diario” di Anne Frank

Uno dei primi libri “da adulta” che ho letto tra i banchi di scuola e che, negli anni a seguire, ho riletto con occhio più maturo. La testimonianza della ragazzina ebrea, rifugiatasi con la famiglia in un alloggio segreto per sfuggire alle persecuzioni naziste, è un must tra i titoli che raccontano l’Olocausto, tanto che l’Unesco ha inserito il libro nell’Elenco delle Memorie del Mondo.

Il diario del titolo è un regalo che Anne riceve dal padre nel giorno del suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno 1942, e in cui annoterà ogni cosa, a partire dall’inizio della clandestinità proprio il mese successivo. Pagina dopo pagina, Anne parla delle ristrettezze in cui si trova a vivere, della guerra che la circonda e di cui ascolta alla radio, dei suoi sogni di ragazza e del sentimento che nasce tra lei e Peter, il figlio dei signori Van Daan con cui la sua famiglia condivide l’alloggio. Improvvisamente le pagine restano bianche, l’ultima confidenza al diario è del 1º agosto 1944. Pochi giorni dopo, infatti, l’alloggio verrà scoperto e la famiglia deportata. Anne morirà di tifo nel campo di Bergen-Belsen e il padre, unico sopravvissuto, venuto in possesso degli scritti della figlia, li farà pubblicare.

► Della casa di Anne Frank vi ho parlato in questo articolo – Cosa vedere ad Amsterdam in due giorni

3. La Ferrara degli anni Trenta: “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani

Un romanzo intenso, ispirato alla storia vera di Silvio Magrini, presidente della comunità ebraica di Ferrara negli anni Trenta. È il periodo dell’emissione delle prime leggi razziali e il libro narra le vicende della ricca famiglia ebrea dei Finzi-Contini. Il loro giardino diventa una sorta di protezione dal mondo esterno, un luogo protetto dalla storia, dall’avanzata del nazismo e dall’entrata in guerra dell’Italia, anche se purtroppo questo non sarà sufficiente ad evitare un tragico finale.

Guardavo in giro ad uno ad uno zii e cugini, gran parte dei quali di lì a qualche anno sarebbero stati inghiottiti dai forni crematori tedeschi, e certo non lo immaginavano che sarebbero finiti così, né io stesso lo immaginavo [...]

► Di questo libro vi ho parlato anche in questo articolo – Libri ambientati in Italia: un libro per ogni regione

4. La storia di un’amicizia: “Il bambino con il pigiama a righe” di John Boyne

Se non lo avete letto, di sicuro avrete visto il film che ne è stato tratto. “Il bambino con il pigiama a righe” è stato pubblicato per la prima volta nel 2006 ed in breve tempo è diventato un caso editoriale tradotto in ben 32 Paesi.

Una storia che mi ha commossa fino alle lacrime e che racconta l’amicizia tra Shumel, un bambino ebreo prigioniero ad Auschwitz, e Bruno, il figlio di un ufficiale nazista che vive nei pressi del campo di concentramento. I personaggi sono inventati, ma la finzione letteraria non toglie nulla alla potenza evocativa del libro. Il finale drammatico, in particolare, è la chiusura quanto più coerente e forte possibile che l’autore potesse scrivere.

Bruno aggrottò la fronte. Pensò alla gente col pigiama a righe e si chiese che cosa stesse succedendo ad Auscit e che forse era una brutta cosa, se faceva sembrare le persone così malate. Nulla di tutto questo aveva un senso.

Un consiglio in più – Un altro bellissimo libro che affronta il tema dell’Olocausto descrivendo l’amicizia tra due ragazzi (in questo caso uno di famiglia ebraica appartente al ceto borghese e uno di famiglia nobile tedesca) è “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman.

5. Un romanzo storico: “Storia di una ladra di libri” di Markus Zusak

Il libro sull’Olocausto che vi consiglio ora è un romanzo di Zusak da cui è stato tratto anche un famoso film. Protagonita è la piccola Liesel, una bambina di dieci anni che nei libri trova il modo di sfuggire all’orrore nazista che sta iniziando a dilagare in Germania nel 1939. Per coltivare la sua passione per la lettura, Liesel sottrae dei libri dalla biblioteca del sindaco e ne salva altri destinati ai roghi nazisti, fino a quando il suo micro-mondo inizia a vacillare con la comparsa di un ebreo che verrà nascosto nella cantina di casa sua. Da qui parte una presa di coscienza sul nazismo e sulle persecuzioni che diventa il filo conduttore del romanzo. Un’opera bella e delicata, sicuramente da leggere.

6. La voce di due sopravvissute: “Noi, bambine ad Auschwitz” di Andra e Tatiana Bucci

Un altro libro sull’Olocausto da leggere assolutamente è la testimonianza delle sorella Bucci, miracolosamente sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz. Deportate all’età di 4 e 6 anni, hanno vissuto in prima persona l’orrore nazista dal Kinderblock, il blocco dei bambini destinati alle folli sperimentazioni mediche. La paura, il freddo, il fumo dei camini e l’iniziale convinzione che quella dovesse per forza essere la condizione normale per gli ebrei, un commovente tentativo infantile da spiegare a sè stesse lo scenario terribile in cui erano state catapultate. Il racconto delle giornate nel campo di concentramento è estremamente toccante, ancor più perché il punto di vista è quello di due bambine innocenti che inizialmente non si sono rese conto fino in fondo di ciò che stava succedendo.

Diventate adulte, Andra e Tatiana hanno iniziato ad organizzare viaggi nella memoria ed eventi formativi e hanno deciso di scrivere questo libro perché nulla venga dimenticato, in ricordo di tutti i bambini di Auschwitz, dei pochi sopravvissuti e dei molti, come il piccolo cugino Sergio, che purtroppo non ce l’hanno fatta.

[...] tocca a noi due. Cominciano a tatuarci. Tanti piccoli puntini. Prima Andra, il numero è 76483; poi Tati, il numero è 76484. Nel nostro ricordo di bambine non proviamo dolore. Piccole punture di un ago che si infila nelle nostre braccia, segnando un numero che ci accompagnerà per tutta la vita.

► Una cosa che mi ha colpita tantissimo è stato leggere che, dopo la cattura e prima di arrivare ad Auschwitz, Andra e Tatiana abbiano passato del tempo alla Risiera di San Sabba a Trieste. Forse infatti ricorderete che qualche tempo fa ho visitato proprio la Risiera di San Sabba e ne sono uscita estremamente turbata. Se volete approfondire la storia di quello che è stato l’unico lager nazista d’Italia, trovate tutto in questo articolo – Risiera di San Sabba a Trieste: visita all’unico lager nazista d’Italia

7. Un romanzo originale: “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino

Uno dei libri più belli tra quelli che ho letto negli ultimi anni, vincitore del Premio Campiello nel 2018. Il romanzo della Postorino è liberamente ispirato alla storia vera di Margot Wölk, l’unica sopravvissuta delle quindici donne che nel 1942 furono selezionate per assaggiare il cibo destinato a Hitler.

La protagonista è la giovane Rosa Sauer che, dopo aver perso la madre e in attesa del ritorno del marito dalla guerra, si è trasferita a casa dei suoceri. Un giorno le SS bussano alla porta e le comunicano che diventerà una delle assaggiatrici di Hitler. È questo l’inizio di una vita accompagnata dalla costante paura della morte, una vita in cui Rose e le altre donne devono affrontare dolori e segreti.

La prima volta in cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti è affamata. “Da anni avevamo fame e paura” dice. Siamo nell’autunno del 1943, a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio di Hitler.

► Di questo libro vi ho parlato anche in questo articolo – Premi letterari: quali sono e quali libri “vincitori” leggere assolutamente

8. Il difficile ritorno alla vita: “Giorni luminosi” di Aharon Appelfeld

Aharon Appelfeld è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scrittori israeliani e questo suo romanzo sull’Olocausto ha una potenza incredibile. Lui stesso ha vissuto il dramma della deportazione in un campio di sterminio nazista, da cui fortunatamente è riuscito a fuggire. La Shoah gli ha però portato via per sempre la madre e i nonni.

In questo libro Appelfeld affronta il delicato tema del ritorno alla vita dopo la fine della guerra. Theo, il protagonista, intraprende quello che sarà un lungo viaggio di ritorno verso casa, in Austria. Un viaggio non solo fisico ma soprattutto mentale, per riappropriarsi della propria umanità e dei propri affetti, un percorso difficile e spesso doloroso. Riaffiorano i ricordi dell’infanzia, della madre tanto amata e del non-rapporto con il padre, figura che però Theo rivaluterà grazie al fortuito incontro con una donna. Un romanzo sospeso tra l’orrore vissuto e la speranza di una nuova normalità.

9. Una pagina poco nota dell’Olocausto: “La ragazza tedesca” di Armando Lucas Correo

Un libro che affronta una pagina poco conosciuta dell’Olocausto, il tentativo di fuga di moltissimi ebrei verso gli Stati Uniti e il Sudamerica. Il giornalista cubano Armando Lucas Correo narra proprio la storia del transatlantico St.Louis che, salpato da Amburgo e arrivato a Cuba, fu costretto a rifare rotta verso l’Europa dopo che i governi americani non concessero il permesso di sbarco ai quasi mille passeggeri.

Protagoniste del romanzo sono due donne: Hannah, tra i pochi fortunati che riescono ad ottenere il permesso di sbarcare a Cuba, e Anna, la sua pro-nipote newyorkese. Attraverso gli occhi anziani della prima e quelli innocenti della seconda vengono ricostruiti alcuni tra gli avvenimenti più tragici del periodo nazista.

10. Una drammatica autobiografia: “La notte” di Elie Wiesel

Poco più di cento pagine per un libro sull’Olocausto che dovete leggere assolutamente. L’autobiografia di Elie Wiesel, il professore, giornalista e attivista rumeno che nel 1986 fu anche insignito del premio Nobel per la pace.

Appena sedicenne, Wiesel venne deportato con tutta la famiglia, prima ad Auschwitz, dove perse la madre, e poi a Buchenwald, dove perse il padre. Per lui, studioso del Talmud e della Cabala, destinato a diventare un uomo di Dio, quest’esperienza è un orrore senza fine, una notte nera che cancella ogni fede e che descrive in modo diretto, senza filtri sulle atrocità commesse dai nazisti. Un libro che, pur nella sua drammaticità, è scorrevole, come un lungo flusso di coscienza.

Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che consumarono per sempre la mia Fede.

10(+1). Un libro illustrato: “Fu stella” di Matteo Corradini (illustrato da Vittoria Facchini)

L’ultimo titolo sull’Olocausto che vi consiglio è questo libro illustrato, perfetto per iniziare a spiegare ai bambini il significato della Shoah e della triste stella gialla a sei punte che venne usata per marchiare gli ebrei. Un bambino e una bambina, una violinista e un librario, un anziano e un rabbino, dieci personaggi destinati al campo di concentramento, dieci storie raccontate in poesia e accomunate da una stella gialla.

Giocavo alla guerra e al nascondino
giocavo alle biglie e a fare la ruota
lo vedi anche tu, son solo un bambino
ma nella mia classe una seggiola è vuota.
Ho detto il mio ciao alla compagnia belle
al posto del cuore mi han messo una stella.

Parole e illustrazioni danno vita ad un libriccino che è un vero gioiello e che per me entra di diritto tra i libri sull’Olocausto da leggere almeno una volta nella vita.

Altri libri sull’Olocausto da leggere

Per concludere questa selezione di titoli sull’Olocausto, vi voglio ora segnalare alcuni libri che non ho ancora letto (e su cui quindi non vi posso dare un giudizio esaustivo) ma che secondo me, in base alle recensioni, all’autore e al mio gusto personale, meritano una lettura. Ho cercato di proporvi sia libri che raccontano storie vere di vittime della Shoah, quindi diari e biografie, che romanzi liberamente ispirati al periodo storico.

Diari e biografie

Sull’ultimo titolo lasciatemi spendere una parola in più. Si tratta dell’autobiografia di colui che per due anni fu il comandante del campo di Auschwitz, scritta dal carcere in cui venne rinchiuso in attesa dell’esecuzione. Non l’ho ancora letto per il semplice motivo che non so come potrei reagire di fronte a motivazioni e pseudo-giustificazioni sull’orrore che si è consumato nei campi di sterminio, ma lo farò senz’altro per prendere ancora più consapevolezza dell’assoluta follia dell’ideologia nazista.

Romanzi

libri da leggere assolutamente per capire l'olocausto - titoli da leggere sulla shoah

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